San Vito Lo Capo, situata lungo la costa della Sicilia occidentale, nota per le sue splendide spiagge e la deliziosa cucina a base di pesce, custodisce anche un tesoro unico: la Cappella di Santa Crescenza, un luogo carico di fascino, le cui radici affondano in un tempo molto lontano.
La leggenda narra la storia di un giovane patrizio romano, Vito, vissuto a Mazzara durante il regno dell'imperatore Diocleziano. Il giovane convertito alla fede cristiana dalla sua nutrice, Crescenza, e dal suo precettore, Modesto, per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano fuggì dalla sua città natale e salpò verso la costa nord della Sicilia con Crescenzia e Modesto.
La tempesta
Durante il loro viaggio, una violenta tempesta li costrinse a cercare riparo in una baia protetta. La baia, riparata da un promontorio roccioso noto col nome di Egitarso o Egitallo ospitava un piccolo villaggio chiamato Conturrana sorto sotto un'imponente formazione rocciosa. Fu lì che Vito, Crescenza e Modesto decisero di fermarsi tentando di convertire gli abitanti al cristianesimo.
Tuttavia, i loro sforzi furono vani poiché la gente del luogo si rifiutò di abbandonare le credenze pagane e come punizione per il loro rifiuto, una terribile frana seppellì l'intero villaggio e i suoi abitanti. Il terremoto che provocò questo evento scosse l'intera regione lasciando tutti profondamente colpiti da quanto accaduto.
Un panorama, tra i più suggestivi della zona, incornicia la Cappella dedicata a Santa Crescenza, edificata dagli ericini nel XVI secolo proprio nei pressi di questa ampia zona franosa, chiamata Contrada Valanga, dove secondo la tradizione, la nutrice di San Vito sarebbe rimasta “pietrificata” dalla paura.
La costruzione, a pianta quadrata, presenta degli archi ogivali su tre lati ed è sormontata da una piccola cupola. Il suo stile è un mix dovuto ad influenze, arabo-normanne e gotiche.
Oggi la Cappella sembra dare il benvenuto ai viaggiatori che giungono San Vito Lo Capo per godere del suo mare e delle sue bellezze naturali.