Uno dei luoghi più affascinanti di San Vito Lo Capo.
Il faro è uno dei simboli di San Vito lo Capo, assieme al Santuario e alla spiaggia.
Di notte la sua luce arriva fino a oltre venti miglia marine, e per questo, è uno dei più importanti della Sicilia.
Una luce rossa segnala la secca rocciosa che dalla costa si estende per un paio di miglia in direzione nord. La sua presenza nei secoli passati avrebbe evitato decine di naufragi sulle rocce appuntite contro cui si sono frantumate navi romane, fenicie, arabe, normanne.
Una passeggiata fin sotto l'altissima torre - 43 metri sul livello de mare - regala emozioni fortissime, e la notte è bellissimo seguire il fascio di luce bianca sciabolare in senso orario disegnando merletti sui monti dell'entroterra e lanciando candidi messaggi verso il mare aperto.
La costruzione di questo faro si deve al Regno Borbonico che negli anni 1800-1850 edificò numerosi fuochi lungo le coste del Regno delle Due Sicilie, per rendere più sicura la navigazione d'altura e quella costiera.
La sua costruzione ebbe inizio nel 1854 e l'accensione della prima luce, con luce bianca fissa e rossa a splendori si ebbe il 1 agosto 1859.
Le spese di costruzione furono: lire 60.231 per le opere edili, lire 31.050 per la lanterna poligonale della Ditta Lapaut, l'ottica e l'impianto illuminante e lire 142 per gli arredi.
Vi erano destinati due guardiani del faro il cui costo annuo, nel 1887, era per le paghe di lire 1.250 più lire 100 per lo straordinario.
Il costo annuo dell'olio vegetale per alimentare il fuoco all'interno dell'ottica era di lire 802.40 al prezzo unitario al kg di lire 1.73 mentre il costo orario di accensione della sorgente luminosa era di lire 0.35.
Nel Portolano "Guida del Pilota" per le coste e porti del Regno delle Due Sicilie autore P.L. Cavalcante, edito nel 1846 quale riferimento per identificare il Capo San Vito vi sono scritte tre torri, di cui due cilindriche e la terza, quadrata, grande, chiamata del Roccazzo posta sull'estremità a mare del Capo chiamata Punta di Malasorte.
In un documento edito dal Regio Genio Civile, nel 1873, si legge "Faro di terzo ordine costituito da una torre a base circolare che venuta dal largo apparisce elevarsi sopra un caseggiato poligonale coperto con un terrazzo". Le pareti sono bianche. In sito salubre: provvisto d'acqua a sufficienza.