Un ripieno cremoso di ricotta circondato da pasta reale e canditi colorati
Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua!
(povero è colui che non mangia la cassata il giorno di Pasqua), così racconta un proverbio siciliano facendo notare subito che la Cassata siciliana è nata come dolce tipico pasquale, ma che adesso si gusta tutto l'anno.
Oggi nelle pasticcerie siciliane, da Palermo a Siracusa, da Catania a Trapani, questo dolce bello da vedere oltre che buono da mangiare, fa bella mostra di sé tutto l’anno.
Sul suo nome vi sono due correnti di pensiero, per alcuni deriverebbe dall’arabo quassat (dalla forma del contenitore) , per altri dal latino Casium ( dal contenuto a base di formaggio).
Il susseguirsi delle varie dominazioni in Sicilia ha sicuramente influito oltre che sull’architettura e la cultura anche sulla cucina isolana. Così, anche la cassata siciliana, può vantare un’origine multietnica.
Che i romani già usassero preparare questo tipo di dolce lo testimonia uno dei celebri mosaici della Villa del Casale a Piazza Armerina, ma sicuramente la ricetta fu rivisitata e migliorata con l’arrivo in Sicilia degli Arabi, nell’827, e dei loro prodotti tipici, tra cui, la canna da zucchero, le mandorle e i pistacchi.
Un contributo alla sua bontà fu apportato dagli spagnoli che inserirono nella ricetta il Pan di Spagna, mentre le suore del convento della Martorana, nel periodo normanno, seppero aggiungere delle splendide decorazioni che ancora oggi rendono questo dolce superlativo.
Nel palermitano esiste anche una versione "light", la Cassata a forno: pasta frolla ripiena di ricotta cotta al forno.
Puoi preparare a casa la Cassata Siciliana con la nostra ricetta.
...assolutamente imperdibile l'abbinamento con un bicchierino di Vino Passito... ed è subito Sicilia!