A tre chilometri da San Vito Lo Capo, un salto indietro nel tempo, nel cuore delle falesie di cala Mancina.
Seguendo il sentiero che dal faro di San Vito Lo Capo corre verso sud, come un nastro parallelo alla scogliera, ci si ritrova a camminare tra pareti di roccia e il mare; un luogo dalla bellezza selvaggia, fuori dai soliti itinerari turistici che aggiungerà qualcosa di speciale alla vostra vacanza siciliana.
Le falesie di cala Mancina sono una formazione dolomitica particolarmente affascinante proprio per la loro posizione a pochi metri dal mare, su di essa si trovano grotte di diversa dimensione ed importanza.
La grotta dei Cavalli, a circa tre chilometri dal paese, si apre sulla roccia a una trentina di metri sul livello del mare, è consigliabile quindi munirsi di scarpe chiuse per raggiungerla senza problemi.
Lungo il cammino, solo mare, silenzio, immensi cuscini di Euforbia separati da muretti a secco, qualche capretta al pascolo e pareti rocciose su cui giovani arrampicatori, provenienti da tutta Europa, si allenano anche in inverno.
A metà strada, la costa si apre improvvisamente formando una caletta, la splendida Cala Mancina che permette anche di scendere comodamente in acqua. Un regalo inaspettato, uno specchio di mare smeraldo a cui sarà difficile resistere.
Alle spalle della spiaggetta di ciottoli, sulla parete di roccia si intravedono numerose fenditure e piccole grotte.
Dopo pochi minuti di cammino, la mitica grotta dei Cavalli, che è lì da qualche milione di anni, ci appare in tutta la sua maestosità.
Risalendo un breve pendio si raggiunge il suo ingresso da cui si domina lo splendido golfo di Monte Cofano.
La sensazione è straordinaria, sembra proprio di fare un salto indietro nel tempo.
Cenni storici
La grotta era frequentata già in epoca preistorica. Le pitture presenti sulle pareti sono datate all’eneolitico, l’ultima fase del Neolitico (circa 4000-2000 a.C.). Questi segni non avevano una funzione decorativa, ma probabilmente rituale e simbolica, collegata a culti legati al sole e alla natura.
Nel corso dei secoli, l’area circostante è rimasta un punto di riferimento anche in epoca storica, grazie alla posizione strategica lungo la costa. Ancora oggi, per raggiungere la grotta, si percorre un sentiero che costeggia resti di postazioni militari della seconda guerra mondiale, a testimonianza del continuo utilizzo del territorio.


Pitture rupestri
All’interno della Grotta dei Cavalli sono visibili pitture in ocra rossa che raffigurano:
- figure antropomorfe stilizzate, alcune con arco o frecce
- segni geometrici come cerchi concentrici, ellissi e linee ondulate
- simboli interpretati come rappresentazioni solari
- un’imbarcazione stilizzata, che collega l’arte rupestre alle attività di navigazione
Questi elementi mostrano affinità con altre grotte siciliane, come la Grotta del Genovese a Levanzo e la Grotta dell’Uzzo nella vicina Riserva dello Zingaro.
Fenomeno del solstizio
La posizione della grotta non è casuale. Durante il solstizio d’estate, al tramonto, i raggi del sole penetrano all’interno e illuminano direttamente le pitture, esaltando il colore rosso delle figure. Questo fenomeno di archeoastronomia fa pensare che la grotta fosse usata come calendario naturale e come punto di orientamento per le rotte marittime verso ovest, in direzione della Sardegna e delle aree ricche di metalli.

