Mozia, o anche Mothia, Motya, fu un'antica città fenicia, sita sull'isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala.

All'interno della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala (1984), di fronte alle storiche  Saline Ettore Infersa, si trova uno dei siti archeologici più importanti al mondo: Mozia (Mothia, Motya).
Fondata dai Fenici intorno all’VIII sec a.C., sulla piccola isola di San Pantaleo, sita tra la terraferma e l’isola Longa, Mozia divenne una delle più floride e conosciute colonie fenicie del Mediterraneo.

Grazie alla sua posizione strategica, Mozia si trovò al centro di fiorenti traffici commerciali per molto tempo, ma anche oggetto di invidie da parte di Greci e Cartaginesi. Nel 397 a.C., infatti,  la città venne distrutta dall’esercito greco di Dioniso di Siracusa e definitivamente abbandonata dai suoi abitanti fuggiti sulla terraferma nella vicina Lylibeo (Marsala). L’isola venne dimenticata per un lunghissimo tempo e solo dall’ XI secolo tornò ad essere abitata da un gruppo di monaci basiliani venuti da Palermo. Furono questi monaci a dare all’isola il nome di San Pantaleo, in onore del loro fondatore.

Mozia nella riserva dello Stagnone
Mozia nella riserva dello Stagnone

Grazie alla sua posizione strategica, Mozia si trovò al centro di fiorenti traffici commerciali per molto tempo, ma anche oggetto di invidie da parte di Greci e Cartaginesi. Nel 397 a.C., infatti,  la città venne distrutta dall’esercito greco di Dioniso di Siracusa e definitivamente abbandonata dai suoi abitanti fuggiti sulla terraferma nella vicina Lylibeo (Marsala). L’isola venne dimenticata per un lunghissimo tempo e solo dall’ XI secolo tornò ad essere abitata da un gruppo di monaci basiliani venuti da Palermo. Furono questi monaci a dare all’isola il nome di San Pantaleo, in onore del loro fondatore.

Reperti a Mozia
Reperti a Mozia

Si deve al Barone di Mozia,  il notaio Rosario Alagna, a cui era stata affidata come feudo nel 1792 l’isoletta, il primo importante reperto fenicio riportato alla luce nel 1793, il gruppo scultoreo dei leoni che azzannano un toro, oggi conservato nel Museo Withaker.  Altri scavi vennero effettuati anche dopo, ma senza alcun successo.
La scoperta della città di  Mozia si deve alla passione per l’archeologia del giovane Joseph Whitaker, membro di una ricca famiglia inglese proprietaria di importanti cantine a Marsala.  Il giovane archeologo, convinto dalle sue ricerche dell’esistenza della colonia fenicia, decise di acquistare l’isola iniziando gli scavi nel 1906 proseguendo fino al 1929.
In questi anni vennero alla luce: il Santuario fenicio-punico di Cappiddazzu, una parte della necropoli, la casa dei Mosaici, la zona del Tofet, Porta Nord, Porta Sud e la Casermetta.

 

La Casa dei Mosaici si trova lungo la costa sud-orientale dell’isola. Il pavimento in mosaico di ciottoli bianchi, grigi e neri raffigura degli animali e fa parte di un edificio non ancora completamente riemerso alla luce.

Il Kothon corrisponde ad una piscina sacra adiacente ad un Tempio (Scavi condotti dall’Università La Sapienza di Roma tra il  2002 e il 2010).

Il Tofet è un’area sacra dedicata al dio Baal Hammon che si estendeva tra le mura e la costa settentrionale. Vi si trovano numerose steli e cippi.

La Necropoli arcaica è una vasta zona a nord dell’isola le cui tombe erano scavate nella roccia o nella terra. Questa zona fu attraversata successivamente dalla cinta muraria che ne lasciò fuori alcune tombe.

La Strada sommersa serviva a collegare l’isola alla terraferma. Tramite questa unica via venivano trasportate con grandi carri le merci e i raccolti.  Lunga 1,7 km e larga 7 metri  fu realizzata nel VI secolo a.C.

La Cinta muraria è lunga 2,5 km e cinge l’intera isola, al vostro arrivo potrete scorgerne sulla destra il primo tratto. 
 
Il Santuario del Cappiddazzu è un’area sacra costruita all’interno delle mura dove probabilmente venivano effettuati sacrifici.

Il Giovane di Mozia
Il Giovane di Mozia
Area Sacra Kothon
Area Sacra Kothon

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L’ingresso alla città avveniva attraverso tre porte poste a circa 22 metri di distanza tra loro. La Porta Nord molto probabilmente riportava sulla sommità il blocco di pietra raffigurante dei leoni conservato nel Museo Whitaker
.
La Casermetta si trova tra la Casa dei Mosaici e la Porta Sud ma di questo edificio non si conosce l’uso che ne veniva fatto.

 

Come arrivare:
Si può accedere all’isola attraverso due imbarcaderi

Imbarcadero storico Arini e Pugliese:

www.ariniepugliese.com

cell. +39 347 3430329

Mozia line Salina Infersa:

www.mozialine.com

cell. +39 338 7860474

ORARI E PREZZI VISITA ISOLA DI MOZIA

1 Novembre - 31 Marzo tutti i giorni ore 9.00 -15.00
1 aprile - 31 Ottobre tutti i giorni ore 9.30 - 18.30

Prezzi: adulti € 9 - studenti e bambini € 5 – gruppi oltre 10 persone € 6 (trasporto navale escluso)

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