
I Diari della Tonnara del Secco e la storia di San Vito Lo Capo
La storia di un paese si può leggere anche attraverso le cronache di quelle attività economiche che hanno influito sul divenire della sua società.
E' così è stato per San Vito Lo Capo e la sua tonnara, quella del Secco, che per secoli ha costituito l'unica vera industria del territorio, prima che il turismo divenisse la fonte primaria di benessere e lavoro.
La storia affascinante di questo impianto di pesca è stata scritta da Ninni Ravazza grazie alla disponibilità della famiglia di Ettore Plaja che ha messo a disposizione dell'autore i Diari delle stagioni di pesca dal 1912 al 1970, anno in cui terminò l'attività della tonnara; documenti precedenti, risalenti al 1880, erano già nella disponibilità di Ravazza grazie al ritrovamento fortuito da parte di Vittoria Dottarelli che li donò allo scrittore.
"San Vito lo Capo e la sua Tonnara. I Diari del Secco, una lunga storia d'amore" è il titolo del corposo volume (350 pagine) edito da Magenes (Milano); la prefazione è dello storico dell'economia Rosario lentini; le centinaia di fotografie d'epoca, che ritraggono le fasi della pesca e le famiglie Foderà e Plaja, proprietarie della Tonnara, sono di Valeria Plaja; contributi sono stati scritti da Giusy Galante (la gastronomia del tonno), Vincenza Croce (le leggende), Nicola Lazzarino (la tonnara del Secco, Luogo del Cuore del FAI), Renata Plaja (che riporta gli struggenti ricordi di chi, allora poco più che bambina, passava le sue estati nella tonnara di famiglia).
I Diari del Secco rappresentano uno straordinario documento scientifico e antropologico, tracciando l'andamento della pesca nei cento anni che vanno dal 1872 al 1970: condizioni climatiche, dinamiche sociali, economie di lavoro e di mercato, evoluzione del territorio, metodi di cattura e strategie industriali, tutto questo e altro si ritrova nelle pagine scritte a mano. Leggendo i Diari emerge con prepotenza la grande passione e la sapienza dei due fratelli Giovannino e Giuseppe Plaja che nel 1929 acquistarono dalla zio Leonardo Foderà la tonnara, e la gestirono fino a quando a causa dell'inquinamento del Golfo di Castellammare i tonni disertarono quei mari.
Questo è il primo libro sulla Tonnara del Secco, che nel 2017 è stata eletta Luogo del Cuore in Sicilia nella rassegna delle eccellenze del Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI).
Il Secco però non è stata l'unica tonnara di San Vito: nelle pagine dei Diari viene riportata l'attività di una Tonnara di Santo Vito che nei primi anni del 1900 veniva calata dove oggi c'è il porto peschereccio, già sito di una tonnara operante del XVI secolo. Nel libro si legge di catture straordinarie quali capodogli e squali, di antiche tradizioni religiose come il dono di un tonnarello a chiese e santuari, di rapporti tra proprietari e tonnaroti improntati ad affettuosità e stima.
Si riscopre, tra le pagine del libro, un mondo ormai tramontato, ricco di bellezza e sentimenti...la Tonnara in piena attività, gli ospiti dei padroni che assistevano alla mattanza affacciati al terrazzo del nobile palazzotto...un mondo che non c'è più e che grazie a Ninni Ravazza potrà rimanere nella memoria.